La presenza di sangue nelle urine, o ematuria, è uno dei sintomi più comuni delle malattie urogenitali. Si verifica quando uno degli organi o delle strutture del tratto urogenitale (ad esempio i reni, la vescica o la prostata) perde del sangue che si riversa nelle urine.
Come afferma lo stesso Dott. Sansalone nelle sue interviste: “l’ematuria è un campanello d’allarme che non può essere sottovalutato.” La presenza di sangue, infatti, può essere causata da condizioni facilmente trattabili, tra cui le infezioni del tratto urinario (cistite) o i calcoli renali; ma può anche essere la prima manifestazione di malattie più gravi, come i tumori urogenitali.
Per questo motivo, in caso di ematuria, è importante rivolgersi ad uno specialista urologo, l’unica figura in grado di risalire alla causa all’origine e di intervenire precocemente con il trattamento più adeguato.
“Urine rosse”, o quasi… il percorso diagnostico
Il sangue contenuto nelle urine non è sempre visibile ad occhio nudo. L’ematuria, infatti, può essere distinta in due tipologie:
- Microematuria: presenza di poche gocce di sangue, invisibili ad occhio nudo. Richiede un esame delle urine per essere diagnosticata.
- Macroematuria: il sangue è sufficiente a cambiare il colore delle urine, dal rosso vivo al rosso scuro. Questo dato aiuta a individuare la parte del tratto urinario da cui proviene il sanguinamento.
Una volta riscontrata la presenza di sangue nelle urine, è necessario risalire alla causa. Il percorso diagnostico inizia con un esame fisico e una raccolta dei dati anamnestici.
L’età, lo stile di vita, la storia familiare per disturbi urogenitali e le terapie in corso sono informazioni essenziali per guidare lo specialista.
Successivamente, l’urologo può richiedere esami approfonditi, tra cui:
- Urinocoltura: per verificare la presenza di infezioni.
- Esame delle urine: per rilevare minerali legati a calcoli.
- Esame citologico delle urine su tre campioni: per individuare cellule anomale indicative di tumori.
- Test di imaging: ecografia o risonanza magnetica per rilevare calcoli, ipertrofia prostatica o tumori.
- Cistoscopia: per valutare la vescica e identificare eventuali lesioni.
In alcuni casi, la causa dell’ematuria può rimanere sconosciuta: in questi pazienti sono essenziali controlli periodici.
Ematuria: dove agire per trattarla?
Per risolvere l’ematuria è necessario trattare la causa all’origine. Nei casi meno gravi, non è necessario alcun intervento.
In caso di infezioni del tratto urinario, lo specialista può prescrivere una terapia antibiotica. Se l’ematuria è causata da calcoli, è possibile ricorrere a onde d’urto per frantumarli.
Nei casi più gravi, come la presenza di tumori urogenitali, il paziente sarà indirizzato a un percorso diagnostico e terapeutico più complesso.
Piccoli accorgimenti possono fare la differenza
La salute urogenitale è fondamentale per il benessere psicofisico. L’ematuria rappresenta uno degli indicatori più rilevanti.
È essenziale che il paziente riconosca tempestivamente i segnali e si rivolga allo specialista: ciò consente di intervenire in modo efficace e migliorare la qualità della vita.
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