Il varicocele maschile è una condizione caratterizzata dall’ingrossamento delle vene testicolari, responsabili del ritorno del sangue dai testicoli verso il cuore. Si verifica quando il sangue venoso non riesce a defluire correttamente ristagnando all’interno dei vasi dello scroto (la sacca che contiene i testicoli). Questo ristagno riduce l’apporto di ossigeno e nutrienti nei testicoli e ne provoca un aumento della temperatura, tutti fattori che possono compromettere la funzione testicolare e influire negativamente sulla fertilità maschile.
Il varicocele è una condizione comune, che interessa circa il 10-20% degli uomini e, in particolare, i soggetti di età compresa tra 15 e 25 anni. Questa condizione tende a manifestarsi durante la pubertà, ma può verificarsi anche in età preadolescenziale (nel 2.5% dei maschi tra i 7 i 10 anni).
Una condizione comune che non deve essere sottovalutata
Per aspetti anatomici e di circolazione sanguigna, il varicocele sembra colpire soprattutto soggetti longilinei e si verifica più frequentemente nel testicolo sinistro (95% dei casi).
In alcuni casi, il varicocele non provoca nessun disturbo evidente. Quando presenti, i sintomi più comuni includono:
- Dolore o senso pesantezza allo scroto, che peggiora stando in piedi a lungo, durante l’attività fisica, sollevando pesi o con il caldo, e migliora da sdraiati;
- Vene dilatate nello scroto, a volte percepibili al tatto come un “sacchetto di vermi”;
- Riduzione del volume del testicolo colpito, che può apparire più piccolo rispetto all’altro;
- Possibile riduzione della fertilità; il varicocele, infatti, è riscontrato nel 30–40% degli uomini con problemi di fertilità.
Per questo motivo è importante individuarlo precocemente, preferibilmente in età adolescenziale, quando può essere trattato prima che provochi un danno alla funzione riproduttiva.
Varicocele: diagnosi e trattamento
Il varicocele può essere diagnosticato dal medico attraverso l’ispezione e la palpazione dello scroto, sia in posizione sdraiata che in piedi. In alcuni casi, lo specialista può chiedere al paziente di eseguire la manovra di Valsalva per aumentare la pressione intraddominale e rendere più evidente la dilatazione delle vene.
Per confermare la diagnosi e valutare la gravità del varicocele, l’andrologo può richiedere un’ecografia testicolare che permette di visualizzare il flusso sanguigno e individuare anche le forme più lievi, non visibili con il solo esame fisico. Poiché il varicocele può ridurre la qualità dello sperma seminale, è utile eseguire anche uno spermiogramma.
Il varicocele non richiede sempre un trattamento. Nei casi di uomini poco fertili, può rientrare nel piano terapeutico per migliorare la fertilità. Nei pazienti più giovani, il medico può consigliare controlli periodici e valutare un eventuale trattamento in presenza di:
- Ritardo nello sviluppo del testicolo interessato,
- Riduzione del numero di spermatozoi,
- Dolore persistente che non migliora con i farmaci.
Il trattamento del varicocele può essere effettuato tramite una procedura mininvasiva (embolizzazione) o un approccio chirurgico. Entrambi mirano a chiudere le vene dilatate e ristabilire il corretto flusso sanguigno, favorendo la riduzione del dolore e l’eventuale ripristino della fertilità.
Embolizzazione
È una procedura mininvasiva che, attraverso un catetere inserito in una vena dell’inguine o del collo, consente di chiudere la vena dilatata dall’interno. Si effettua in anestesia locale, dura circa un’ora e prevede un recupero rapido, con ritorno al lavoro in 1–2 giorni.
Chirurgia
Prevede procedure generalmente sicure e con rari casi di complicanze. Le tecniche chirurgiche più comuni sono:
- Varicocelectomia microscopica: piccola incisione all’inguine, anestesia locale, durata 2–3 ore.
- Varicocelectomia laparoscopica: mini-incisioni nell’addome, durata circa 30–40 minuti.
Entrambe le tipologie di intervento permettono una ripresa delle normali attività dopo circa una settimana.
Varicocele: riconoscerlo e trattarlo in tempo fa la differenza
Il varicocele è una condizione comune che può compromettere la fertilità e ridurre la qualità di vita di chi ne è affetto. Per questo motivo non deve essere sottovalutato. Oggi, grazie a trattamenti moderni e mininvasivi, è possibile intervenire in modo efficace e duraturo.
In presenza di sintomi sospetti è, quindi, importante rivolgersi all’andrologo-urologo, l’unico specialista in grado di diagnosticare e trattare questa condizione.
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