Induratio penis plastica: le soluzioni di trattamento più efficaci

Induratio penis
  • 5 Gennaio 2024

Panoramica sul disturbo

La Malattia di La Peyronie (o Induratio Penis Plastica, IPP) è un disturbo causato dalla formazione di una placca fibrosa sotto la cute del pene. La placca è di natura cartilagineo-cicatriziale e risulta rigida al tatto; per tale motivo, la sua formazione provoca una diminuzione dell’elasticità del pene e, quindi, una progressiva curvatura di quest’organo. A differenza del pene curvo congenito, che si presenta già alla nascita, la malattia di La Peyronie è di natura acquisita, e può manifestarsi in diverse fasce di età; tra queste, la fascia tra i 55-60 anni risulta essere la più colpita.

Le cause alla base dell’IPP sono tutt’ora poco conosciute; tuttavia, la malattia sembra essere una conseguenza di microtraumi del pene, fenomeni che innescano un processo di infiammazione e successiva cicatrizzazione. I microtraumi, però, non sempre determinano la malattia; infatti, studi dimostrano che esistono altri fattori che possono favorirne l’insorgenza, quali età, predisposizione genetica, diabete mellito, malattie cardio-vascolari, malattie dei tessuti connettivi (Sindrome di Dupuytren), nonché la conduzione di uno scorretto stile di vita (consumo di fumo e di bevande alcoliche).

Dolore al membro, disfunzione erettile, infertilità sono solo alcune delle complicanze associate a questo disturbo; oltre ai sintomi fisici, infatti, l’IPP provoca anche severi risvolti psicologici, come ansia, stress e depressione, che possono sfociare anche in seri problemi di coppia. Le deformazioni peniene regrediscono spontaneamente solamente nel 13% dei casi; pertanto, agire in maniera tempestiva è fondamentale per prevenire il peggioramento e/o migliorare i sintomi correlati.

La soluzione più adatta alla tua condizione: come trattare l’IPP

L’IPP è caratterizzata da due fasi nettamente distinte. Riconoscerle è essenziale per lo specialista, perché la scelta del trattamento più appropriato, dipende proprio dalla fase che si riscontra al momento della diagnosi. In particolare, l’IPP è caratterizzata da:

  • fase acuta (6-18 mesi), in cui si verificano la formazione e lo sviluppo della placca e, di conseguenza, la progressiva curvatura del pene. In questa fase, potrebbe presentarsi una sensazione di dolore al pene sia eretto che flaccido. Poiché nella fase acuta si ha una progressione della malattia, è possibile intervenire solamente attraverso una terapia farmacologica (orale o per iniezioni), oppure attraverso l’impiego di un apparecchio che sostiene il pene e che, simultaneamente, applica una trazione (trattamento di trazione del pene), limitando la curvatura e l’accorciamento dell’organo sessuale;
  • fase cronica, in cui i sintomi si stabilizzano per almeno tre mesi. In questo caso, se la curvatura è lieve e stabile, lo specialista può suggerire una vigile attesa; qualora i sintomi peggiorassero allora sarà possibile procedere con i trattamenti farmacologici e con la terapia di trazione. Infine, nel caso in cui queste alternative terapeutiche risultassero poco efficaci, oppure la placca fosse troppo estesa, un intervento chirurgico potrebbe essere l’opzione migliore. Questi trattamenti possono essere eseguiti singolarmente oppure in combinazione.

Uno sguardo più approfondito ai trattamenti

Nonostante la terapia farmacologica orale sia ancora utilizzata, studi dimostrano che tali farmaci non risultano così efficaci come altre tipologie di trattamento. In alcuni pazienti, le terapie iniettabili direttamente a livello della placca, si stanno rivelando efficaci nel ridurre la curvatura ed il dolore a questa associato. Tra queste, la Collagenasi del Clostridium Histolyticum, è un trattamento che riesce a “sciogliere” la placca, e risulta particolarmente adatto a pazienti che presentano una curvatura da moderata a severa. Inoltre, sembra essere ancora più efficace se combinato al modellamento del pene tramite la trazione dell’organo nel verso opposto rispetto alla placca.
Il verapamil, così come l’interferone, riesce a degradare il tessuto cicatriziale, prevenendone la formazione, e inoltre, sembra essere utile nell’alleviare la sensazione di dolore.

Per quanto concerne le opzioni chirurgiche, queste variano in base alla gravità della curvatura e alla presenza di disfunzione erettile. Per curvature meno severe (< 60-70°), è possibile intervenire attraverso l’incisione/escissione o plicatura della parte del pene opposta alla placca. In casi di curvature più gravi (> 60-70°), o deformità a clessidra, si può agire attraverso un’operazione di allungamento del pene con incisione o escissione parziale della placca, seguite dall’inserimento di un innesto. Per chi soffre anche di disfunzione erettile resistente ai trattamenti, l’impianto di un dispositivo protesico è spesso la soluzione migliore. La chirurgia rimane il trattamento principale per l’IPP finché non vengono sviluppati trattamenti medici più efficaci.

Il percorso congiunto verso una migliore qualità di vita

L’Induratio Penis Plastica, se non trattata, può impattare gravemente sulla vita del paziente; pertanto, è fondamentale intervenire in maniera tempestiva per contrastarne gli effetti. Le opzioni terapeutiche, che spaziano dalla farmacologia all’intervento chirurgico, possono essere adattate alle esigenze individuali grazie al supporto e all’assistenza di specialisti qualificati. Consultare un andrologo o un urologo esperto risulta, quindi, essenziale, ed è il primo passo verso un significativo miglioramento della qualità di vita per il paziente affetto da questa condizione.

Per ulteriori informazioni non esitare a visitare il nostro sito www.stenosiuretrale.it e a contattare i nostri Centri a Roma e a Catania.

Reference:
https://www.siams.info/induratio-penis-plastica/
https://www.stenosiuretrale.it/
https://www.mayoclinic.org/diseases-conditions/peyronies-disease/diagnosis-treatment/drc-20353473#:~:text=Traction%20therapy%20is%20recommended%20in,surgery%20for%20a%20better
https://www.osservatoriomalattierare.it/malattia-di-la-peyronie/12970-malattia-di-la-peyronie-con-collagenasi-miglioramenti-oggettivi-nel-96-dei-pazienti-trattati