L’uretra (o canale uretrale) è una struttura tubulare – presente sia negli uomini che nelle donne – che collega la vescica con l’esterno dell’organismo e permettere l’espulsione delle urine durante la minzione. Talvolta, l’uretra può subire dei restringimenti (o stenosi) che ostacolano il flusso urinario, con importanti ripercussioni sulla salute urinaria e sulla qualità di vita di chi ne è affetto. Per questo motivo, è importante conoscere i sintomi della stenosi uretrale e riportarli allo specialista urologo affinché questo disturbo venga prontamente diagnosticato e trattato.
Un problema non solo maschile
L’uretra maschile è lunga e attraversa numerose strutture anatomiche, mentre quella femminile è più corta (circa 4 cm) e collega in maniera diretta la vescica con l’esterno. Queste differenze rendono gli uomini più soggetti a soffrire di stenosi. Tuttavia, la stenosi non riguarda solo gli individui di sesso maschile: secondo i dati disponibili, infatti, tra lo 0,08% e il 5,4% delle donne con sintomi del basso tratto urinario presenta una stenosi uretrale, ma la percentuale reale potrebbe essere ancora più alta.
Le cause alla base della stenosi uretrale femminile possono essere numerose. Nel 48,5% dei casi le cause sono idiopatiche, quindi non note. Nel 24% sono iatrogeniche, ovvero legate a pratiche chirurgiche come l’inserimento di un catetere o altri interventi che comportano dilatazioni dell’uretra e successiva cicatrizzazione (fibrosi). Nel 16% dei casi, la stenosi uretrale femminile si origina a seguito di traumi uretrali. Infine, la stenosi può anche essere provocata da infezioni uretrali o dalla radioterapia.
Dai sintomi al trattamento: il ruolo essenziale dello specialista
Uno dei motivi per cui è poco diagnosticata, è che la stenosi uretrale femminile si manifesta con sintomi aspecifici e sovrapponibili ad altri disturbi comuni del sistema urogenitale. I sintomi principali, infatti, sono:
- incompleto svuotamento vescicale;
- flusso urinario alterato;
- incontinenza e perdite urinarie;
- dolore durante la minzione;
- infezioni del tratto urinario.
Per questo è fondamentale che la paziente riferisca i sintomi a uno specialista urologo, che saprà distinguere la stenosi da altre patologie con manifestazioni simili.
La visita specialistica prevede diversi step. Inizialmente il medico procede con una valutazione della storia medica della paziente per individuare l’eventuale presenza di traumi o interventi chirurgici pregressi. Successivamente, si procede con un esame fisico e con indagini di primo livello, come l’analisi delle urine e l’urinocoltura, utili per rilevare alterazioni biochimiche o la presenza di infezioni.
Per valutare la funzionalità dell’uretra e la presenza di stenosi, lo specialista può avvalersi di esami diagnostici di diverso tipo. Tra questi, l’uroflussometria è una tecnica non invasiva che misura la quantità e la velocità del flusso urinario, utili a rilevare eventuali ostruzioni. La cistouretrografia retrograda e minzionale, invece, è un’indagine radiologica che utilizza i raggi X per visualizzare l’uretra durante la minzione, consentendo di rilevare eventuali restringimenti. Per uno studio più approfondito di tutta la zona del bacino, può essere indicata anche la risonanza magnetica.
Una volta accertata la presenza e la gravità della stenosi, l’urologo può scegliere tra diverse opzioni terapeutiche, più o meno invasive, a seconda della severità del restringimento e delle caratteristiche della paziente. In particolare, le principali opzioni di trattamento per la stenosi uretrale femminile comprendono:
- la dilatazione uretrale, una procedura poco invasiva che prevede l’inserimento progressivo di strumenti a diametro crescente per allargare il tratto ristretto;
- l’uretrotomia interna, che consiste nell’incisione chirurgica del canale uretrale nel punto in cui è presente la stenosi;
- l’uretroplastica, un intervento di ricostruzione del canale uretrale che può essere eseguito utilizzando innesti cutanei provenienti da diversi distretti corporei (cute vulvare e mucosa orale).
La dilatazione uretrale e l’uretrotomia interna sono in genere i primi trattamenti adottati, in quanto meno invasivi. Tuttavia, in caso di insuccesso o ricomparsa della stenosi (recidiva), lo specialista può valutare l’intervento di uretroplastica.
Un rapporto di fiducia che può fare la differenza
Anche se rara, la stenosi uretrale femminile è una condizione che può compromettere in modo significativo la salute e il benessere quotidiano. Per questo motivo, è cruciale non sottovalutare i sintomi urinari persistenti e affidarsi a uno specialista urologo, l’unico in grado di individuare la causa del disturbo e proporre il percorso diagnostico e terapeutico più adatto.
Per ulteriori informazioni non esitare a contattare i nostri Centri a Roma e a Catania, e a consultare il nostro sito ufficiale www.stenosiuretrale.it